In cerca di Lorenzo Da Ponte

In cerca di Lorenzo Da Ponte

Chissà se, come una domenica pomeriggio di fine giugno 2023, faceva caldo anche il 29 agosto 1763, quando per Emanuele Conegliano e i membri della sua famiglia, di origine ebraica, inizia una nuova vita con il battesimo. Emanuele aveva allora quattordici anni e gli verrà concesso il nome del vescovo che lo battezzò, facendolo poi diventare celebre in tutto il mondo. Prima però di Venezia e della vita da prete spensierato in pieno spirito settecentesco, prima delle fughe a Gorizia, Dresda, Vienna, Trieste, Londra e New York, prima delle collaborazioni con Mozart e Salieri, prima della carriera come editore, come impresario teatrale, come insegnante di italiano al Columbia College, prima di molto altro, tutto inizia a Ceneda, entro poche centinaia di metri.
Ripercorriamo le strade di quello che era il ghetto ebraico con la guida precisa di Sergio De Nardi, che ha spulciato negli archivi decine di documenti, spinto dalla stessa passione che anima le sue parole. Cosa stava cercando? Semplicemente la casa natale di Lorenzo Da Ponte, più facile a dirsi che a scoprirsi. Noi intanto veniamo a sapere di permute di edifici fatte dal bisnonno di Lorenzo per poter risiedere dentro il ghetto, come prescrivevano le leggi del tempo. Seguiamo Sergio in una caccia al tesoro in cui gli indizi sono i nomi delle strade, una targa apposta sulla facciata di un edificio in vendita, alcuni brani tratti dalle memorie di Da Ponte. Vediamo dall’esterno l’edificio della sinagoga, che non doveva essere riconoscibile se non per il fatto di avere sette finestre, tre delle quali oggi sono murate.

Camminiamo lungo strade ben più antiche, cardo e decumano finalmente riconoscibili, riposiamo seduti sulla panca di pietra sotto la loggia del palazzo della Comunità di Ceneda mentre Elio ci legge la cronaca, decisamente enfatica, del giorno del battesimo. Ci fermiamo per una pausa rinfrescante accanto alla casa donata alla famiglia Da Ponte, proprio di fronte alla cattedrale, ma poi andiamo avanti, perché ci resta da scoprire dove abitavano le sorellastre di Lorenzo…

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