Chiesetta di San Giorgio a Manzana

Chiesetta di San Giorgio a Manzana

La chiesa di San Giorgio di Manzana, nel comune di Vittorio Veneto, è situata sul crinale di una collina che declina dolcemente verso Conegliano. Vi si accede dalla strada salendo i pochi gradini che si insinuano tra due giardini privati fino al portale.
Detta “cappella caminense” poiché appartenne, tra i tanti, alla famiglia dei Da Camino, viene citata dalle fonti per la prima volta nel 1345, ma la sua fondazione è sicuramente anteriore e la dedicazione a San Giorgio, santo guerriero, fa ipotizzare origini longobarde. Inoltre il sito in cui si trova la chiesa era forse un luogo di culto pagano, ipotesi formulata dal momento che tra i materiali di costruzione di riuso è stato trovato un frammento di sarcofago con una tabella scolpita ed una scritta non completamente decifrata (Federico Velluti).

La chiesa, a pianta rettangolare e navata unica, è orientata come tradizione sull’asse est-ovest con l’abside rivolta a oriente. L’abside, al cui centro si trova una piccola monofora, fu costruita probabilmente nel XII secolo. La calotta absidale è crollata verso la fine del Cinquecento a causa di un terremoto e, pur ricostruita, ha perso gran parte del ciclo pittorico che la decorava. Le pareti dell’aula sono state innalzate ed allungate per ampliare l’edificio in epoca moderna e non presentano aperture sul lato nord. Diversamente sulla parete rivolta verso sud si trovano tre monofore. Tra fine Cinquecento ed inizio Seicento è stata rifatta la facciata, mentre fino al 1860 un cimitero circondava la chiesa, il cui campanile, addossato alla parete nord, è in stile romanico.

All’interno sono stati riportati alla luce frammenti di quattro diversi cicli pittorici sovrapposti, concentrati perlopiù sull’abside e la parete nord.
Sulla parete absidale si possono riconoscere dei personaggi in abiti cortesi (databili alla fine del Duecento) e due personaggi raffigurati sui pilastri dell’arcone trionfale, uno dei quali è chiaramente l’arcangelo Michele che trafigge il demonio tenendo con l’altra mano una bilancia. Nella parte alta dell’arcone di intuisce un’annunciazione molto rovinata.
Sempre sulla parete absidale si possono inoltre riconoscere con qualche difficoltà una teoria di santi e apostoli di due periodi successivi.
La rappresentazione più completa e meglio conservata si trova sulla parete nord, dove San Giorgio, protetto dall’armatura del cavaliere medievale e montando un bellissimo cavallo bianco, sta per ferire il drago che minacciava la città di Selene. Accanto a questo episodio si possono riconoscere San Pietro e San Giovanni nonostante la caduta dell’intonaco li abbia resi acefali.
L’autore di quest’ultimo ciclo pittorico è stato identificato in Giovanni Antonio da Meschio, che intorno al 1450 lavorava al ciclo dell’Oratorio dei Battuti di Serravalle.
Poco altro rimane dei cicli pittorici nella parete sud, dove si trovava una rappresentazione della Crocifissione di cui si intuiscono solo alcuni particolari.

Lascia un commento